Edward Snowden ha chiesto una maggiore tutela giuridica per i whistleblower, ovvero per coloro che denunciano azioni illegali compiute da aziende od organizzazioni per le quali lavorano. L'ex tecnico della CIA e dell'NSA (National Security Agency) ha rilasciato alcune dichiarazioni al Guardian e ha spiegato che negli USA non ci sono le condizioni necessarie affinché un lavoratore possa segnalare alle autorità gli atti illeciti del proprio datore di lavoro senza che vi siano conseguenze negative.
Denunciare le illegalità attuate dall'azienda o dall'organizzazione per cui si lavora dovrebbe essere considerata come la cosa giusta da fare. E invece molto spesso è il contrario. Non è facile, è vero: spesso le società, soprattutto quelle che godono di un certo potere, ne approfittano e schiacciano i diritti del lavoratore sapendo che una sua reazione potrebbe costargli il posto.
Snowden ha evidenziato questi aspetti negativi: il lavoratore non deve essere punito per aver fatto la cosa giusta, ma deve essere premiato, o perlomeno riconosciuto come una persona che ha
Snowden: protezioni inflessibili e applicabili per i whistleblower
Edward Snowden, l'uomo che ha scatenato il Datagate, si è fatto sentire di nuovo attraverso il giornale inglese "The Guardian". Stavolta ha posto l'accento sull'importanza di offrire una difesa più solida per i whistleblower.
"Abbiamo bisogno di protezioni inflessibili e applicabili per i whistleblower, e abbiamo bisogno di un registro pubblico delle storie di successo. Dobbiamo proteggere le persone che vanno dai membri del Congresso che hanno ruoli di supervisione, e se i loro sforzi portano a un cambiamento positivo nella politica, bisogna apprezzarli per le loro fatiche.", ha dichiarato Snowden.
Storie come la sua, come quella di Julian Assange. Storie che non si sono ancora concluse perché la battaglia contro le censure del governo continua tutt'oggi. Ma la speranza è che in futuro possa esserci spazio anche per storie che hanno o avranno ricevuto meno attenzioni dai media. Ognuna di queste rafforzerebbe l'importanza di questo tipo di denunce e la consapevolezza della necessità di una maggiore protezione del cittadino-lavoratore.
Snowden ha poi aggiunto: "La triste realtà delle politiche di oggi è che andare dall'ispettore generale con prove davvero gravi di illecito è spesso un errore. Andare dalla stampa comporta seri rischi, ma almeno hai una possibilità.". E probabilmente questo è uno scenario che possiamo ritrovare un po' ovunque nel mondo, purtroppo. Snowden sostiene che è giunto il momento di cambiare questa situazione.
Il caso John Crane e Thomas Drake
Le parole di Snowden assumono ancora più rilevanza se consideriamo che sono state pronunciate pochi giorni dopo un'altra dichiarazione sconcertante da parte di una fonte proveniente dal Pentagono. John Crane, un ex investigatore del Pentagono, ha presentato un rapporto di come il sistema sia ormai diventato una "trappola" per coloro che hanno intenzione di denunciare attività illegali governative.
Crane accusa l'ufficio del Pentagono di ritorsione ai danni di un altro whistleblower, Thomas Drake. Alcuni ufficiali del Pentagono hanno fornito il nome di Drake a degli investigatori criminali e hanno distrutto tutti i documenti che gli avrebbero consentito di difendersi in modo adeguato e con onestà. La storia di Drake è iniziata nei primi anni del 2000 e il suo calvario legale si è concluso solo nel 2011: le accuse sono state ritirate, ma i costi lo hanno rovinato. Un prezzo troppo alto affinché si possa fare davvero giustizia.
Snowden ha commentato le rivelazioni di Crane spiegando che ha provato a condividere le sue preoccupazioni con colleghi, supervisori e avvocati. Lo sai cosa gli anno risposto? Gli hanno detto: "Stai giocando con il fuoco". Ecco perché ha chiesto maggiore protezione per i whistleblower: il problema non riguarda solo ed esclusivamente il denunciante, ma anche gli avvocati che dovranno difenderlo e i colleghi che potrebbero essere chiamati a testimoniare. La reazione a catena dell'oscuramento della verità deve essere spezzata.
Ora il rapporto di Crane ha determinato una nuova inchiesta nel dipartimento di giustizia americano: potrebbe segnare l'epilogo dell'intera questione. Crane spera che un giorno il Pentagono possa diventare un luogo sicuro per coloro che rivelano attività illegali ai danni dei cittadini: "Se abbiamo situazioni in cui ci sono whistleblower indagati solo perché per l'ufficio dell'ispettore sono dei whistleblower, allora l'intero sistema dei whistleblower verrà chiuso.".
Punire qualcuno che ha denunciato azioni illecite all'interno di un'organizzazione, senza nemmeno verificare la veridicità delle informazioni, significa fare abuso di potere. Il whistleblower non decide di denunciare per gioco o per perdere tempo. È una decisione importante, come spiega ancora Crane: "Quando diventano whistleblower, stanno prendendo una decisione seria e consapevole. Stanno prendendo una decisione che può cambiare la loro vita, cambiare il loro futuri, anche impattare la vita di famiglia. C'è bisogno di questa fiducia sicura e infrangibile. Questa fiducia è la riservatezza e non può essere mai violata.".
Un vero e proprio sacrificio per la salvaguardia della democrazia e della legalità. Julian Assange, cofondatore di Wikileaks, ora è rifugiato politico presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Edward Snowden, invece, ha accettato l'asilo politico temporaneo in Russia. Le loro vite, dopo le denunce fatte negli anni scorsi, sono completamente cambiate. E non sono affatto invidiabili.
Per un futuro più trasparente
Se Snowden ha citato il caso di Drake c'è un motivo: mancanza di fiducia nei confronti dei canali governativi per i whistleblower. Lo ha spiegato molto chiaramente: "Quando ero all'NSA, tutti sapevano che per qualsiasi cosa più seria delle molestie sul posto di lavoro, seguire il processo ufficiale significava porre fine alla propria carriera, nel migliore dei casi. Se il tuo capo all'ufficio mente sul cartellino di presenza, l'ispettore generale potrebbe darci un'occhiata. Ma se sei Thomas Drake, e scopri che il presidente degli Stati Uniti ha ordinato le intercettazioni di tutti i cittadini senza un mandato, cosa farà l'ispettore generale? Getteranno tutto nel gabinetto, compreso te.".
Parole dure quelle di Snowden, ma vere. E dopo quello che ha subìto, è il minimo che ci potevamo aspettare. Un po' di tempo fa lo aveva detto: la riforma dell'NSA è solo l'inizio. Ci saranno tante altre questioni da affrontare relative alle operazioni dell'agenzia americana e, in generale, relative alla sorveglianza di massa effettuata dal governo americano. Per conoscere meglio queste dinamiche e per evitare di ritrovarsi vittime di manovre invasive e illegali, bisogna che tutti inizino ad avere una considerazione più positiva del whistleblower, a partire da un punto di vista etico.
E proprio in merito all'etica della fuga di notizie, Snowden disse che non si trattava solo di lui. Le sue rivelazioni non devono essere interpretate come il gesto di un egocentrico che non vedeva l'ora di essere menzionato da tutti i principali media. Ha agito così perché, come cittadino americano, sapeva che riguardava tutti i cittadini americani e che quindi denunciare era la cosa più giusta da fare, anche se avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Lui dice di non essere un eroe. Ma quelle poche persone che hanno il coraggio di agire in questo modo, per me, sono degli eroi.
I governi non devono interferire con i diritti dei cittadini. Denunciare un'azione illecita, perpetrata all'oscuro di una popolazione, è un diritto. Snowden sostiene che ci sono casi in cui la legalità si distingue dalla morale. Se non si riusciamo a individuare questi casi, allora cediamo totalmente i nostri diritti al governo che può farne ciò che vuole.
La soluzione? Secondo Snowden, dobbiamo trovare un equilibrio di potere tra governo e governati. Le nuove tecnologie possono essere usate da una parte e dall'altra: l'importante è trovare questo equilibrio e fare in modo che non ci siano violazioni di diritti e abusi di potere. Possiamo iniziare dalla maggiore tutela del whistleblower, per esempio. Riconoscere e proteggere questa figura significherebbe fare un passo avanti verso la creazione di un sistema più democratico, più efficiente e soprattutto più trasparente.
Trovi maggiori approfondimenti sulle vicende di Snowden, Crane e Drake nell'articolo del Guardian.Etichette: Datagate, Edward Snowden, NSA, Società