Basta premere un bottone e l'esoscheletro limiterà i movimenti in 8 articolazioni (spalle, gomiti, gambe e ginocchia) rendendo molto difficile una serie di movimenti che va dal semplice sollevamento di un braccio fino alla camminata. Nel frattempo, attraverso il visore, la realtà aumentata riproduce i sintomi dei problemi di vista e di udito accennati prima, rendendo il tutto ancora più complicato.
L'esoscheletro al contrario
Il team di Genworth ha capovolto l'esperienza che tipicamente offre un esoscheletro. Invece di migliorare le condizioni fisiche delle persone, le proietta nella situazione opposta, ovvero quella in cui muoversi, vedere e ascoltare sono compiti tutt'altro che facili. Come evidenziato in precedenza, lo scopo è quello di permetterci di capire più in profondità a quali difficoltà vanno incontro le persone anziane. Trovo che sia un'idea davvero originale.
Oltre ad essere utilizzato per renderci più consapevoli delle condizioni del processo di invecchiamento, magari l'esoscheletro R70i potrà essere usato nelle accademie e nelle università per permettere agli studenti di comprendere meglio le conseguenze fisiche e psicologiche dovute all'avanzare dell'età. Spesso vivere le esperienze in prima persona ci insegna qualcosa di importante che potremmo poi mettere anche a disposizione degli altri per migliorare la nostra società.
Magari un giorno avremo a disposizione un esoscheletro che è esattamente l'opposto di Genworth, cioè un insieme di diverse tecnologie che non solo consentirà ad anziani e disabili di muoversi e camminare, ma permetterà loro di risolvere anche i problemi di vista e di udito. In questo caso parleremo piuttosto di una combinazione di tecnologie diverse: il supporto dell'esoscheletro insieme a un ricco assortimento
neurotecnologie. Avere tutto in un solo pacchetto sarebbe grandioso, vero?
Oggi possiamo vedere bene singolarmente i due tipi di tecnologie. Da una parte abbiamo gli esoscheletri che possono essere sfruttati in diversi ambiti: ad esempio,
ReWalk consente ai paralitici di camminare di nuovo; poi c'è
Robo-Mate per svolgere lavori industriali rendendoli più sicuri; e infine esoscheletri come
AXO Suite che sono sviluppati appositamente per aiutare le persone anziane. Dall'altra parte abbiamo invece impianti neurali e interfacce cervello-computer che consentono ai pazienti di comunicare direttamente con le loro protesi.
È probabile che in futuro vedremo notevoli progressi in entrambi i settori. In particolare, potremo assistere all'aumento degli ambiti di applicazione degli esoscheletri e ad una migliore efficienza delle neurotecnologie. Dei progressi auspicabili che offriranno più opportunità ad anziani e disabili di vivere una vita migliore, in modo più indipendente.
Fonti:
genworth
vocativ