Leeds: la città che si riparerà da sola e che avrà dipendenti pubblici robot

Albion Place, zona commerciale di Leeds

Hai mai sentito parlare di Leeds? È una città dell'Inghilterra settentrionale di circa 750.700 abitanti. Non è molto famosa, ma possiede un paio di particolarità: il dialetto dello Yorkshire e l'Università di Leeds leader nel settore della robotica. Ed è questo secondo aspetto che ci interessa di più perché, a quanto pare, il ramo di Ingegneria Civile dell'università si sta occupando dello sviluppo di una schiera di dipendenti robot e droni che consentiranno alla città di Leeds di ripararsi da sola.

Il progetto

I dipendenti robot e i droni in questione non sarebbero altro che degli impiegati pubblici che si metteranno al lavoro per migliorare il servizio pubblico. Il progetto, chiamato "Balancing the impact of City Infrastructure Engineering on Natural systems using Robots", è stato finanziato con 4,2 milioni di sterline (5,8 milioni di euro) ottenuti dai fondi pubblici che verranno spesi per lo sviluppo di macchine autonome, le quali ripareranno i danni alle infrastrutture della città di Leeds. Il progetto prevede la realizzazione di 3 settori specifici:

  1. Perch and Repair: per la ricerca sui droni che potranno atterrare sui tetti degli edifici più alti o per raggiungere la parte più alta di alcune infrastrutture, come i lampioni ed elettrodotti.

  2. Perceive and Patch: per la ricerca sui droni che ispezioneranno le strade popolari e quelle particolarmente pericolose al fine di individuare e riparare buche, e magari in futuro eseguire interventi di prevenzione.

  3. Fire and Forget: per la ricerca sui robot per il controllo e la misurazione delle reti di infrastrutture di gas, acqua, elettricità in tutta la città di Leeds. Questi robot, dunque, restituiranno agli addetti ai lavori un resoconto sullo stato delle infrastrutture e forse, in futuro, saranno anche in grado di agire direttamente e riparare i danni.

La squadra dell'Università di Leeds lavorerà anche con il Leeds City Council l'UK Collaboration for Research in Infrastructure and Cities (UKCRIC) per assicurarsi che i robot vengano accuratamente testati prima di essere collaudati nella città. Con la collaborazione di questi 3 soggetti, inoltre, potrà essere anche misurato l'impatto del progetto sugli aspetti sociali, ambientali, economici e politici della città.

Un passo collettivo verso il futuro

Il professore della Scuola di Ingegneria Civile dell'Università di Leeds, Phil Purnell, ha dichiarato: "Vogliamo fare di Leeds la prima città al mondo ad avere zero interruzioni per le opere stradali. Siamo in grado di sostenere le infrastrutture che possono essere interamente gestite dai robot e rendere l'interruzione causata dal costante scavare nella nostre città una cosa del passato.". In sostanza, Leeds potrebbe diventare una Smart City davvero singolare, forse la prima ad essere davvero "smart" a tutti gli effetti.

Il progetto sembra essere molto ambizioso, ma se pensiamo ai protagonisti che vi parteciperanno possiamo renderci conto di come in realtà ci siano buone possibilità per la sua realizzazione. Infatti, il progetto riunisce molti esperti provenienti da diversi campi di studio: ingegneria civile, meccanica, elettronica, elettrotecnica e informatica. Come se non bastasse, parteciperanno anche la Leeds University Business School, la School of Environment, l'Institute for Transport Studies e altri ricercatori delle università di Birmingham, Southampton e UCL, con Nottingham, Sheffield, Oxford e Imperial come partner di supporto. Non male, vero?

Il professor Purnell è convinto che la collaborazione sarà molto importante per la buona riuscita del progetto: "Abbiamo una forte reputazione per lavorare con i partner della comunità, dell'industria e del governo, perché abbiamo così tanta forza in una vasta gamma di competenze, tra cui ingegneria, informatica, economia e scienze ambientali. Abbiamo bisogno di questi elementi e conoscenze combinate se vogliamo avere successo nell'indirizzare alcuni dei maggiori cambiamenti e costruire città adatte per il futuro.". Quando si dice "l'unione fa la forza". Faccio il tifo per loro perché il progetto è molto interessante e se verrà realizzato farà da traino per molti altri progetti simili.

Troppo bello per essere possibile?

Vivere in una città supervisionata da efficienti robot deve essere grandioso. Niente scocciature per gli autisti e i pedoni durante i lavori in corso, traffico smaltito perfettamente, cantieri non invadenti e che durano davvero poco, problemi alle reti idriche, fognarie, elettriche e di gas rilevati immediatamente e risolti senza gravi conseguenze. Se non è la città dei sogni, o meglio, la smart city dei sogni, ci siamo quasi. Tante belle idee che mi auguro verranno realizzate per rendere le nostre città più sicure, affidabili, efficienti e rispettose dell'ambiente.

E gli aspetti negativi di questa smart city del futuro? Stiamo parlando di un progetto che richiederà anni prima di essere realizzato e che verrà costantemente monitorato affinché tutto funzioni al meglio. La domanda che i più scettici si pongono potrebbe essere: "E se questo meccanismo robotico non funzionasse?". La loro risposta: "La città si troverebbe nel caos!". Credo che prima di adottare un sistema simile verranno effettuati tanti di quei test che non dovremo preoccuparci quasi di nulla. Se i dipendenti pubblici robot e droni entreranno in azione, significherà che i ricercatori avranno pensato anche a un piano B nel caso in cui qualcosa andrà storto.

Qualcuno potrebbe sollevare il problema della privacy: i droni che svolazzano in giro per la città per raccogliere dati sullo stato delle infrastrutture dovrebbero svolgere solo ed esclusivamente questo compito. È ovvio che se verranno dotati di videocamere in grado di registrare tutto anche nei momenti e nei contesti non conformi al loro obiettivo allora ci sarà un problema in più di cui occuparsi. Lo stesso vale per tutti gli altri tipi di robot. Ma una regolamentazione adeguata e dei controlli periodici potrebbero scongiurare qualsiasi complicazione.

I dipendenti pubblici robotici non ruberanno il lavoro, ma offriranno un'utile supporto per la risoluzione di problemi tecnici riguardo le infrastrutture della città. Quindi non chiediamoci se i robot metteranno a rischio il nostro lavoro, piuttosto chiediamoci se questa sarà una soluzione affinché il nostro lavoro potrà essere migliorato e potenziato. Anzi, dovremmo iniziare a pensare come sarà vivere fianco a fianco con robot dotati di un alto livello di intelligenza artificiale. Al momento i robot possono eseguire calcoli complessi e svolgere determinati compiti prestabiliti. Ma quando saranno davvero autonomi allora ci sarà da divertirsi.

Altro che caos e alienazione. A mio parere, una città che funziona su tutti i livelli è una città vivibile e rispettabile. Vivere in una smart city con tanto di robot riparatori significherebbe meno stress e più comodità. E non è poco. Per ovvi motivi economici e sociali, alcune città metropolitane saranno più avvantaggiate rispetto ad altre nella realizzazione di progetti come questi. Ma spero che un giorno la stragrande maggioranza delle città potrà contare su un sistema di monitoraggio e riparazione delle infrastrutture come quello che sta sviluppando l'Università di Leeds. Quindi sì, credo che pian piano l'obiettivo verrà raggiunto. Intanto, potremmo iniziare ad innovare ispirandoci a queste 11 tecnologie per le città del futuro. Sarebbe un ottimo inizio.

Fonte: leeds.ac.uk
Immagine: Flickr

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