La decisione è stata presa lunedì scorso. Il giudice Leon ha ribadito che il programma dell'NSA "
probabilmente viola la Costituzione" e ha aggiunto che "l
a perdita di libertà costituzionali anche per un solo giorno è un danno significativo".
In questo modo, il giudice si è schierato a favore dell'attivista legale
Larry Klayman, i cui clienti hanno citato in giudizio l'NSA per il suo programma di raccolta dati e di sorveglianza di massa svelato dall'ex tecnico della CIA
Edward Snowden.
Klayman ha affermato che il caso "
rappresenta una grande vittoria per il popolo americano" e che il giudice Leon è uno dei pochi "
ad avere il coraggio di stare sulla breccia per il popolo americano durante un periodo di tempo in cui il loro governo li sta maltrattando". Klayman continuerà la lotta e chiederà il risarcimento dei danni al governo USA.
Una piccola vittoria, ma significativa
La decisione del giudice Leon è arrivata quasi 2 anni dopo una sua decisione simile, quando descrisse il programma di raccolta dei dati dell'NSA come "
quasi orwelliano"; e 20 giorni prima della fine del programma dovuta all'approvazione del
Freedom Act. Il periodo di tempo compreso tra la decisione del giudice Leon e la fine del programma dell'agenzia americana è molto breve, potrebbe sembrare addirittura irrilevante. Ma non è così.
Si tratta comunque di un precedente legale molto importante che potrà svolgere una funzione simbolica per le battaglie future nei tribunali, come sostiene anche
David Greene, direttore delle libertà civili per la
Electronic Frontier Foundation: "
In effetti, [la decisione del giudice Leon]
richiede che smettano di fare molto poco rispetto a quello che in realtà fanno. Ma l'opinione è davvero di ampia portata. E siccome l'NSA fa molti degli stessi argomenti per giustificare tutti i suoi programmi di spionaggio di massa, è davvero significativo quando un giudice li rifiuta.".
Il Freedom Act sposterà la responsabilità della raccolta dei dati da parte dell'NSA alle società private di telecomunicazioni. Di conseguenza, per richiedere dati specifici delle chiamate telefoniche delle persone, le agenzie di intelligence come l'NSA dovranno fare richiesta alle società di telecomunicazioni. E, cosa più importante, dovranno esserci delle motivazioni adeguate affinché la richiesta possa essere accettata, come il forte sospetto di collegamenti con organizzazioni terroristiche o di spionaggio da parte di altri paesi.
La situazione negli USA
La vicenda
Datagate e le relative conseguenze hanno fatto e continuano a far discutere. In particolare, l'opinione dei tribunali americani non è mai stata a senso unico. Ad esempio, nel mese di agosto la Corte d'Appello del secondo Circuito di New York annullò la decisione del giudice Leon. Il caso è diventato famoso sotto il nome di
Kleyman v. Obama: un gruppo di 3 giudici stabilì che
il Patrioct Act conteneva un linguaggio che ha consentito al governo di condurre le operazioni di spionaggio di massa. Ma quando Kleyman portò altri querelanti e nuove informazioni, il caso fu rinviato al giudice Leon.
Tuttavia, nel mese di ottobre la corte ha deciso di muoversi verso la direzione opposta, dichiarando che la collezione dei tabulati telefonici potrebbe continuare fino alla data stabilita per la fine dei programmi dell'NSA, questo 29 novembre. I giudici hanno detto che non era necessario bloccare il programma dell'agenzia americana perché ormai il Congresso aveva deciso di terminarlo entro la fine di novembre.
Invece io credo che la decisione del giudice Leon rappresenti un messaggio rilevante: i programmi di sorveglianza di massa dell'NSA erano illegali e in 2 anni il governo americano ha fatto di tutto per distrarre i cittadini. In particolare, si è scagliato sulla responsabilità di Edward Snowden per aver rivelato al mondo i programmi segreti dell'intelligence e sul fatto che dovrà essere giudicato da un tribunale americano per aver infranto la legge. Ma, a quanto pare, la prima ad infrangere la legge è stata proprio l'agenzia di sicurezza nazionale americana. E lo ha fatto per diversi anni.
Se il giudice Leon non avesse preso questa decisione, la fine del programma di spionaggio dell'NSA sarebbe stata percepita in modo più debole e gran parte dell'opinione pubblica l'avrebbe interpretata nel modo sbagliato. Il problema è che forse non tutti riterranno importanti le parole del giudice Leon. Parole che acquistano ancora più valore se associate a quelle di Snowden riguardo
l'aspetto etico della fuga di notizie e
la distinzione tra ciò che è legale e ciò che è morale. La buona notizia è che almeno adesso c'è più consapevolezza rispetto a 2 anni fa.
Fonte:
rt
Immagine:
Flickr