Gli scienziati sostengono che questa tecnologia un giorno potrà essere utilizzata per il trattamento del dolore, della depressione, dell'epilessia e di altri disturbi neurologici evitando pericolosi effetti collaterali. Ciò sarà possibile soprattutto grazie ai progressi della
nanotecnologia, cioè quella scienza che si occupa di sviluppare tecnologie di grandezza inferiore al nanometro (un miliardesimo di metro).
Gli esperimenti precedenti sul trasporto di farmaci o altre sostanze (come enzimi) nel cervello erano stati condotti su animali che dovevano essere legati a pompe e a tubi rigidi. I loro movimenti erano molto limitati e ciò influiva notevolmente anche sul loro stato psico-fisico. I primi risultati della sonda neurale fanno ben sperare in esperimenti meno invasivi e più efficaci.
In futuro, grazie ai progressi della nanotecnologia e dell'optogenetica, potremo assumere farmaci che sostituiranno terapie complesse, senza il bisogno di recarci periodicamente dai medici. Ma anche altre tecnologie nuove e in via di sviluppo potranno aiutarci a capire meglio il funzionamento del cervello e quindi a curare determinati disturbi.
Ad esempio, attraverso dei
trapianti neuronali potremo risanare specifiche funzioni del cervello. Inoltre, Tra l'altro, gli
scienziati hanno rigenerato dei nervi per curare le lesioni alla colonna vertebrale. Tutti questi progressi ci permetteranno di applicare terapie più adeguate e precise, così precise che probabilmente potremo parlare di
medicina personalizzata. Cioè di una medicina fatta su misura per ognuno di noi, per risolvere "il" nostro problema e non "un" problema generale.
E questo per quanto riguarda il cervello. Ma gli scienziati credono che tale metodo potrà essere adottato anche per curare altri organi e tessuti. A quel punto assisteremo una vera e propria rivoluzione della medicina.
Fonte:
kurzweiai
Immagine:
Flickr