Nel 1993 l'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) introdusse il principio della sostanziale equivalenza degli OGM, cioè se un alimento geneticamente modificato presenta sostanzialmente le stesse caratteristiche di un altro prodotto alimentare, allora questo può subire gli stessi trattamenti per quanto concerne la produzione. A quanto pare, però, il principio suddetto non regge: nuovi studi dimostrano che esistono delle differenze tra prodotti OGM e prodotti non geneticamente modificati.
Lo studio condotto da Eva Sirinathsinghji dell'Institute of Science in Society di Londra, insieme ad altre ricerche indipendenti, dimostra che esistono delle differenze tra i prodotti OGM e non. La ricercatrice scrive su Science in Society: "Per i consumatori ci sono molte buone ragioni per sentirsi non protetti da
queste politiche di regolamentazione, anche perché il principio stesso è stato
progettato per essere il più flessibile e aperto possibile all’interpretazione
per l’approvazione di quasi ogni e qualsiasi OGM venga presentato. In pratica,
il principio permette il confronto di una linea OGM di qualsiasi varietà
esistente all’interno della stessa specie, e anche con un’entità astratta
costituita da ingredienti provenienti da una collezione di specie. Ciò significa
che una varietà OGM può avere tutte le peggiori caratteristiche di molte varietà
diverse e essere ancora considerata sostanzialmente equivalente. Anche i tratti
utilizzati per la comparazione sono basati esclusivamente su test grossolani e
non sensibili della composizione chimica, come i livelli di carboidrati,
proteine e zuccheri. Questo processo non può nemmeno iniziare ad affrontare i
problemi di sicurezza. Ironia della sorte, perché gli OGM possano essere
brevettabili devono essere una chiara novità, cioè è necessaria
una non-sostanziale equivalenza, che è infatti richiesta. Valutazioni
indipendenti sulla di “sostanziale equivalenza” hanno mostrato come questa
pratica non ben definita non solo è insufficiente, ma inaffidabile e nuovi studi
lo confermano più chiaramente". E poi conclude: "Le numerose differenze dimostrate tra le varietà OGM e le loro controparti non-OGM potrebbero avere un impatto sulla salute dei consumatori e la biodiversità ed espongono chiaramente il principio dell’equivalenza sostanziale come pseudoscienza. In realtà, la modificazione genetica provoca cambiamenti reali e sostanziali, imprevedibili e incontrollabili nel genoma dell’ospite, tra i quali le mutazioni ed i riarrangiamenti, nonché nuove trascrizioni e proteine. Inoltre, molti studi indipendenti hanno già dimostrato che il glifosato e le coltivazioni OGM hanno già causato danni sia alla salute che all'ambiente. Questo è ora pienamente confermato nei nuovi studi".
I venditori di OGM si sono sempre aggrappati al principio di sostanziale equivalenza: gli OGM identici ai prodotti biologici si possono vendere tranquillamente come questi ultimi. Per fortuna, grazie a studi come quello della Sirinathsinghji, stanno uscendo fuori nuove prove che smentiscono il principio.
Insomma, questo principio di 'sostanziale equivalenza' sembra essere soltanto uno schermo per quelle multinazionali che intendono esclusivamente fare profitto e imporre la loro logica nel mercato dei prodotti alimentari. Ma, ancora una volta, gli studi indipendenti fanno emergere i lati negativi della questione e questo è molto importante perché una buona alimentazione è necessaria affinché si possa godere di buona salute.
Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/differenze-alimenti-ogm-e-non/Etichette: OGM, Salute, Scienza