"Attenzione
Semi trattati con veleno.
Non usare per cibo, alimentare
o produrre olio."
Questa è la scritta dell'etichetta ( foto sopra ) di un pacchetto di semi distribuito dalla Monsanto, multinazionale americana specializzata nella produzione di biotecnologie. Ciò in un primo momento è spiazzante: perché producono semi velenosi con cui non possiamo nutrirci? E come mai questi avvertimenti così chiari e diretti arrivano solo ora, mentre prima non se ne faceva alcun accenno? Trovare risposte esaurenti è difficile.
La Monsanto non è l'unica società che sta agendo in questo modo: l'industria chimica tedesca
BASF, molto nota per il trattamento delle sementi con l'insetticida
Axcess, ha pubblicato un
avvertimento che proibisce, in maniera molto chiara, l'alimentazione con semi trattati e delle piante nate da questi, sia per gli esseri umani e sia per gli animali. In questo modo, l'etichettatura di questi
OGM potrà consentire alle persone di pensare per qualche secondo in più prima di acquistare prodotti di questo tipo. D'altra parte, è ormai evidente che prodotti così velenosi, se non destinati direttamente a noi, sicuramente procurano danni notevoli all'ambiente e alle specie autoctone: infatti la
Nufarm, un'azienda che produce principalmente
fitofarmaci, attraverso un
foglietto illustrativo spiega che il prodotto chimico
Signet 480 Fs è dannoso per i pesci, gli uccelli, le specie in via d'estinzione e l'ambiente.
Queste etichette e questi foglietti illustrativi, forse, testimoniano che qualcosa sta cominciando a cambiare. Le conseguenze negative relative all'utilizzo di questi prodotti chimici e alla produzione di OGM ora sono in parte rese più chiare. Sta anche ai compratori decidere se avvelenarsi e/o avvelenare o meno. Si spera che questi non rimangano dei rari casi isolati e che invece le procedure di etichettatura vengano adottate da tutte le industrie biotecnologiche.
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