Negli ultimi 2 anni, in
Ungheria sono stati bruciati circa 2000 ettari di colture
OGM di proprietà della
Monsanto. Secondo il vice segretario ungherese del
Ministero dello Sviluppo Rurale,
Lajos Bognar, il polline del mais geneticamente modificato non si è diffuso anche nei campi non transgenici; ha inoltre dichiarato che l'indagine continuerà nonostante i commercianti di semi siano tenuti a non vendere prodotti OGM. In Ungheria, infatti, i semi OGM sono vietati, a differenza di molti altri paesi europei.
Solo verso la fine di maggio 2013, in Ungheria sono stati bruciati circa 1200 acri di colture OGM: un modo molto aggressivo per manifestare il dissenso verso questo tipo di politica, ma non hanno tutti i torti. Per fortuna, anche altri paesi si stanno rendendo conto del pericolo derivante dal consumo di OGM: un esempio risalente a qualche tempo fa, è stata la marcia nelle Hawaii dove 700 persone hanno manifestato contro la società americana Monsanto. Di queste ultime proteste, però, se ne è parlato troppo poco. Le notizie a riguardo girano quasi esclusivamente su blog e siti web specializzati in queste tematiche: sarebbe utile, allora, fare passaparola per permettere anche a chi non ne è ancora a conoscenza che altrove si sta combattendo una battaglia per la salvaguardia della salute e che potrebbe, un giorno, interessarci in prima persona.
Quella dell'Ungheria è una chiara dimostrazione di presa di posizione contro gli OGM della Monsanto: questo paese dovrebbe essere un modello per gli altri stati del mondo che si ritrovano o si ritroveranno a dover combattere la stessa battaglia. Speriamo bene.