Il governo turco aveva deciso di abbattere centinaia di alberi a Gezi Park, nei pressi della piazza Taksim, per costruire un grande centro commerciale, una moschea e per reintegrare alcune caserme risalenti all'epoca ottomana. Questa è la causa principale delle manifestazioni che negli ultimi giorni si stanno verificando a Istanbul. Ma con un'analisi più attenta, sorgono altre questioni: è ammisibile che da tempo sia sorto un malcontento generale legato alla questione dell' "islamizzazione" del paese e al progressivo aumento del controllo dei media da parte del governo.
Anche Anonymous ha risposto all'iniziativa anti-democratica del governo turco, demolendo molti siti governativi mediante attacchi informatici che hanno portato alla negazione di alcuni servizi. Questa vicenda può rappresentare un chiaro esempio di come i social media, e quindi alcune delle nuove tecnologie, possano aiutare a promuovere il pensiero democratico. Ovviamente ci sono dei limiti (economici e sociali) legati all'accesso dei mezzi e al loro dominio. Ma invito a riflettere sulle dichiarazioni di Erdogan: la sua reazione è sintomo della paura di non riuscire a tenere tutto sotto controllo e impedire l'utilizzo di strumenti di comunicazione ad ampio raggio sicuramente non è democratico.